È arrivata la bufera 1939
PUBBLICATO IN TEATRO / AVANSPETTACOLO E RIVISTA
È arrivata la bufera è una canzone scritta da Renato Rascel nel 1939. Le prime strofe le scrive di getto, durante una pausa in camerino, e suona come un'allegra filastrocca: "È arrivata la bufera / è arrivato il temporale / chi sta bene e chi sta male / e chi sta come gli par", quasi a voler sdrammatizzare l'addensarsi sull'Europa di un nuovo conflitto bellico, a cui le parole della canzone sembrano fare riferimento neanche troppo velatamente. Il brano per la prima volta fu pubblicato in 45 giri nel 1955 (È arrivata la bufera/Ninna nanna del cavallino) per l'etichetta Odeon e nel marzo del 1962 per l'etichetta RCA Victor.
«La bufera - nacque in Africa Orientale quando conobbi Italo Balbo che allora era il Governatore della Libia, un capo del regime fascista in odore di eresia, che si era posto più volte in contrasto con Mussolini, soprattutto sull'opportunità di allearsi con la Germania di Hitler. Per questo, si mormorava in Italia, il vecchio quadrunviro della marcia su Roma era stato mandato in esilio. Io ebbi l’ardire di porgli la domanda che tutti gli italiani avevano sulla bocca: «L'Italia entrerà in guerra al fianco dell'alleato tedesco?». Balbo rispose con il suo perfetto accento emiliano: «Mo senta mo bene, signor Rascel, se l’Italia fa la guerra con Hitler io mi taglio i cosiddetti…» Non se li tagliò, i cosiddetti, anche perché il suo aereo fu poco dopo abbattuto – fortuitamente, si disse – da una contraerea italiana proprio al primo giorno di guerra»
(Renato Rascel in Giancarlo Governi, Quando Renato Rascel vide arrivare la bufera, Giornale dello spettacolo, 3 gennaio 2016)
Testo:
Mi piace tanto lo zucchero ed i marron glacé
La settimina enigmastica è una passion per me
Ma come mi commuovono i drammi al cinema
I bimbi quando piangono e chiamano papà
E questo avviene ahimé, sapete voi perché?
Ho il cuore tenero tenero tenero
l'animo nobile nobile nobile
sono sensibile, tanto sensibile
che se mi toccano mi metto a piangere
faccio uno strillo e poi chiamo papà
Ho il cuore tenero tenero tenero
l'animo nobile nobile nobile
sono sensibile, tanto sensibile
Che ci vuoi far?
Non t'arrabbiar.
C'è mio cugino Telemaco
Che lungo ha il pelo al cuor
E al par di jene e vipere incute ahimé terror
Ma un dì che con la suocera
Egli ebbe a contestar
S'era a Venezia in gondola
Volea gittarla in mar.
Gridai furente no, non posso veder ciò...
Ho il cuore tenero tenero tenero
l'animo nobile nobile nobile
sono sensibile, tanto sensibile
e quando vedo una suocera in mare
la febbre m'assale,
mi metto a fumar...
Ho il cuore tenero tenero tenero
l'animo nobile nobile nobile
sono sensibile, tanto sensibile
Che ci vuoi far?
Non t'arrabbiar.