Prosa
Contemporaneamente al teatro leggero, Rascel decide di sperimentare l'attività di prosa come protagonista e supervisore artistico di alcuni spettacoli. Dopo un debutto quasi fallimentare e in sordina, l'attore emerge grazie a registi che sanno capire il suo stile e lo inseriscono nella giusta dimensione scenica, sollevando generalmente le simpatie della critica. È il caso di Venti zecchini d'oro di Zeffirelli e Magni o Il capitano di Kopenick di Zuckmayer, testi di autori eterogenei in cui le sue caratteristiche di comico si mescolano al grottesco del personaggio. Ma anche quando interpreta Plauto, De Benedetti o Beckett Rascel pone la sua esperienza al servizio del testo, senza mai cercare di forzarne i significati, e questo è probabilmente anche il motivo per cui egli non ha mai richiesto di interpretare tragedie in senso stretto. Non dimentichiamo, tra l'altro, che Rascel avrebbe potuto dimostrare teatralmente di più in occasioni che per una serie di coincidenze non si sono concretizzate, prima fra tutte l'insistente offerta di Strehler di recitare per lui ne L'anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht.