Io sono la primula rossa - 1954
Anno di produzione: 1954
Regia: G. Simonelli
Soggetto: G. Simonelli, G. Ramazzotti Sceneggiatuira: Steno, Fulci, Faele, G. Sionelli, G. Ramazzotti
Interpreti: R. Rascel, Kerima, L. Gazzolo, L. Pavese, F. Medini, F. Degand, N. Zocchi, E. Vanicex, M. Verlen, L. Di Leo, P. Galletti, W. Viani, G. Gandos, G. Porelli
Produzione: Cinefilms, Giovanni Amati
Fotografia Carlo Bellero
Montaggio Nino Baragli
IO SONO LA PRIMULA ROSSA è un film di genere comico del 1954, diretto da Giorgio Simonelli
Trama
Nella primavera del 1793 s'è iniziato in Francia il più sanguinoso periodo della storia e della rivoluzione, il periodo del terrore: gli aristocratici, i nemici della rivoluzione, i sospetti vengono in gran numero trascinati al patibolo. C'è un solo uomo che riesca ad incutere un salutare spavento ai sanculotti, mettendo un freno ai loro eccessi: si tratta di un gentiluomo inglese, che si nasconde sotto il nomignolo di "Primula Rossa". Costui tiene in iscacco i terroristi, giocando loro i più audaci tiri. Ora accade che un altro inglese, dongiovanni impenitente, ansioso di liberarsi dell'incomoda vigilanza di una terribile suocera e di una moglie non precisamente remissiva, accolga l'incauto consiglio del suo maggiordomo, che lo spinge a lasciare l'Inghilterra per trasferirsi in Francia, dove dà ad intendere esser lui la sconosciuta ed inafferrabile "Primula Rossa". Sottrattosi all'incomoda sorveglianza domestica, egli conta di godersi ora la vita in piena libertà. Ma mal gliene incoglie, ché a Parigi passa un sacco di guai e corre il rischio di finire ghigliottinato. Spetterà all'autentica "Primula Rossa" di salvare lui e i parenti, corsi in Francia a raggiungerlo, e il mancalo eroe dovrà contentarsi di una libertà ancor più vigilata.
Interpreti
Renato Rascel: Sir Archibald
Kerima: Lola
Luigi Pavese: James
Lauro Gazzolo: Chiffon
Flora Medini: Lady Elizabeth
Eva Vanicek: Javqueline de Fleury
France Degand: Jeanne Lamoureuse
Nietta Zocchi: Lady Margareth
Cesare Fantoni
Sergio Fantoni: Lord Sheridan
Carlo Bellini